Ho iniziato a giocare con una macchina fotografica più o meno seriamente ormai 12 anni…
Se la devi spiegare non è venuta bene. E’ sempre così?
Sfogliando una nota rivista di musica, come mi capita di frequente ormai, mi imbatto in alcune immagini, ritratti di persone nelle loro case con i loro oggetti (vinili nel caso particolare). In un primo momento sfoglio la rivista velocemente e non guardo le foto con attenzione. Dopo aver letto qualche articolo di musica, decido di ritornare sulle foto.
Scopro che le immagini, fanno parte del progetto Dust & Grooves (“polvere e ritmi”) del fotografo Eilon Paz (www.eilonpaz.com).
Non mi soffermo sui dettagli del progetto, dico brevemente, che Eilon ha fotografato alcuni collezionisti di vinili nelle loro abitazioni. Trovate tutte le informazioni qui www.dustandgrooves.com, anche su come acquistare il libro se interessati.
Volevo invece soffermarmi su una immagine che tra le tante mi ha colpito in maniera particolare. E volevo fare un gioco con voi.
Prima di continuare a leggere vi chiedo di osservarla e annotare o comunque ricordare le emozioni, i pensieri, le sensazioni che vi suscita
Lo avete fatto? Ok
Questa sequenza di passi è esattamente quella che ho fatto io. Sono abituato a guardare le foto, senza leggerne titoli o eventuali didascalie a corredo delle stesse. Perché? Non saprei dirlo, spesso perché così facendo mi esercito a leggere le immagini, a cercare di cogliere magari lo stesso significato che gli ha attribuito l’autore e osservare i dettagli che si nascondo in essa. Poi anche perché sono uno di quelli che tende a non mettere titoli alle foto o spiegazioni di quello che ha sentito mentre fotografava, o di quello che avrebbe voluto rappresentare ecc…
Ritornando alla foto in questione, potremmo affermare che, si nota la felicità della persona, un collezionista di dischi che ama la musica e prova piacere e gioia nell’ascoltarla. A grandi linee è questo che evinco dalla foto. Ha una risata spontanea, come se qualcuno avesse fatto una battuta. Magari sul set si scherzava.
Ad un certo punto però decido di leggere la didascalia.
Ora riposto la foto con la didascalia che dice più o meno così.
Dopo aver letto la didascalia, le impressioni di sopra sono le stesse? Le mie sono totalmente cambiate, credo anche le vostre. Ammetto di essermi commosso. Un persona di 80 anni felice come un bimbo che riceve il regalo di Babbo Natale.
Allora mi ritorna alla mente la famosa frase Ansel Adams (di fronte al quale mi inchino) “Ho sempre pensato che la fotografia sia come una barzelletta: se la devi spiegare non è venuta bene.”
Sono sempre stato d’accordo con questa affermazione, ma in questo caso ammetto che il dubbio mi è venuto. Quindi riflettevo sull’annosa questione. E’ proprio vero che le foto non debbano essere spiegate? Ovviamente parlo di Foto fatte da Fotografi e non di selfie postati su facebook con frasi scopiazzate dal romanzo che si sta leggendo in quel momento.
Ora spero di non essere sommerso di insulti per questa mia osservazione. Sarà l’eccezione che conferma la regola? Oppure due parole vicino ad una immagine ne amplificano la forza? O forse è meglio non farsi troppe domande e perdersi nella Fotografia?
La storia è molto bella, ma questo non vuol dire “spiegare” una foto. In realtà l’autore ha prodotto un servizio giornalistico, completo di testo e foto. Sarebbe come voler togliere la parte testuale ai servizi di National Geographic. Fatto salvo questo, anch’io detesto titoli e didascalie che non siano solo informazioni di luogo e data. Se la foto non mi suscita una emozione, non sarà una spiegazione a cambiare le cose.