Quando l’ho visto camminare lungo il corridoio dello studio Francesco Motta mi ha ricordato subito Jim Morrison, sarà per i suoi ricci, saranno stati jeans, stivaletti e giubbotto di pelle. Fatto sta che ho capito subito (o meglio già sapevo) che avremmo potuto tirare fuori qualcosa di interessante da questo shooting.
Questa volta non una singola storia/avventura capitata nel pit di un concerto, ma quattro chiacchiere con Luca Secondino per Exitwell. Da gennaio 2014 per 7 numeri fino ad oggi ne ho firmato le copertine, mai mi sarei aspettato di finirci dentro di persona.
Se siete curiosi di sapere com’è iniziata la mia avventura nel mondo della musica live, qual è la mia foto di live preferita e tanto altro allora leggete :)
Come mi è venuto in mente di scattare foto in pellicola ai concerti? Da un banale ragionamento a voce alta durante una chiacchierata al bar. Avete presente quando si parla di cercare nuove idee, nuovi stimoli e mentre si parla ci si rende conto che si è appena detto quello cui stavamo aspirando. Il famoso Eureka. E’ successo proprio così, certo ho scoperto l’acqua calda sia chiaro, non mi sono inventato nulla. Ma avevo bisogno di nuovi stimoli e diciamo che me lo sono creato da solo.
Incontrare Giovanni Gastel e fargli i complimenti per i suoi lavori è un po’ come incontrare Maradona e dirgli complimenti per come gioca a calcio. Nulla di più banale e scontato, ma è anche vero che quando ci si trova davanti a personaggi di un certo calibro dire delle ovvietà è quasi scontato.
Capita di rado, ma capita, per fortuna. Vorremmo che cose del genere accadessero ad ogni concerto, e non solo in veste di fotografi, ma anche e soprattutto in veste di spettatori. Avere il contatto diretto con l’artista sul palco è una delle cose, a mio parere, che tutti vorrebbero. Perchè rende più umana la star sul palco, perchè è una cosa simpatica, perchè permette di raccontare storie (di pit).